Il modello del vigile di quartiere può essere applicato al territorio extra urbano ?

—-Cos’è ?—-(rif. città di Verona)
La coppia di vigili di quartiereI Vigili di Quartiere sono stati individuati dalla maggior parte delle Amministrazioni Locali come “risposta visibile e concreta” alle richieste di sicurezza dei cittadini. Purtroppo questo sforzo non ha sempre coinciso con un riconoscimento del ruolo di questo operatore, spesso per non aver adeguatamente approfondito le sue reali capacità d’intervento. Il Vigile di Quartiere agisce come soggetto attivo che conosce tutti gli aspetti connessi alla realtà sociale del luogo in cui presta servizio: l’obiettivo è quello di creare un legame forte di collaborazione con la cittadinanza, e per questo motivo è forte il tentativo di mantenere stabile la dislocazione dei diversi operatori nelle varie zone.
I punti chiave di qualificazione del lavoro dei Vigili di Quartiere di Verona sono la conoscenza e il controllo del quartiere e l’individuazione di questa figura di prossimità quale referente di zona, al quale segnalare problemi o esigenze.
Conoscenza e controllo del quartiere sono attuati attraverso:
– presenza attiva e diversificata (conoscitiva, preventiva, repressiva) nel territorio di competenza, in particolare nei luoghi di aggregazione e dove si sono rilevati particolari problemi viabilistici, di inciviltà, di illegalità. Fondamentale importanza riveste perciò la partecipazione alla vita dei quartieri e agli eventi particolarmente significativi per gli abitanti delle diverse zone;
– contatto diretto con i cittadini, anche grazie alla possibilità di gestire direttamente le loro segnalazioni e fornire varie possibilità di ascolto e incontro. Con la presenza stabile di un agente ben preciso si garantiscono le necessarie verifiche, l’approfondimento del problema e un’adeguata capacità di risposta.
—-Situazione attuale—–
La situazione attuale in città come Verona parla di una carenza di fondi che non permette a questo servizio di decollare anche se e’ un’ intelligente sistema di polizia di prossimità .
Dati comune di Verona , Al momento (giugno 2016) i Vigili di Quartiere in servizio sono 49, suddivisi principalmente tra mattina e pomeriggio, ma talvolta anche in pattuglie serali e notturne. Ciascuno di essi copre generalmente più di un quartiere, spostandosi da una zona all’altra a seconda delle esigenze e delle richieste di intervento.
Nelle cinque Delegazioni Territoriali della Polizia Municipale sono poi presenti complessivamente altri 10 ufficiali coordinatori, 9 agenti informatori e 7 piantoni per la ricezione del pubblico presso gli uffici.
Sono pochi , troppi pochi . A Verona bisogna investire con costanza per aver risultati , confido nel Sindaco Federico Sboarina e nella persona di Massimo Cavestro uomo della sicurezza a Verona .
—-Esportare il modello per la “campagna”—-
Ma torniamo al mio territorio , la Valpolicella , che ha una conformazione abbastanza dispersa con parecchi nuclei di frazioni e contrade .
La principale differenza sta nell’estensione del territorio e nella popolazione ridotta , quindi maggior necessità di spostamento e minor efficenza agente/km quadrato .
La prima cosa e’ la sostenibilità del sistema , non si possono avere tanti vigili(nel caso polizia locale), a volte i sindaci parlano di 1 vigile ogni 1000 abitanti , insostenibile e propaganda da bar, un comune di 13 mila abitanti dovrebbe avere 13 vigili , per fare cosa ? Multe ? Notifiche giudiziarie ?
Controllo abusi che spesso non fanno ?
No direi che son soldi spesi male .
Esiste però un’interessante punto di equilibrio a 1vig/1500 abitanti con varianti in caso di flussi turistici estivi/invernali .
Ma con poche risorse come si può monitorare un grande territorio ?
Bisogna studiarlo , imparando a gestirne le dinamiche lavorative , di vita sociale e spostamenti .
Investire con fondi regionali (disponibili in veneto )
in particolare bandi annuali , che aiutano i comuni a fare politiche attive di sicurezza (telecamere , servizi in convenzione)
Un punto di partenza potrebbero essere sistemi di rotazione del personale nelle varie zone da coprire , anche solo il fatto di passare in una data zona a turno aiuterebbe a dare un senso di controllo .
Seconda cosa può essere la visita periodica degli esercizi ma anche delle contrade , “un come va” vecchio stile.
Terzo un sistema completo di telecamere per il monitoraggio del territorio che aiuti a comprendere eventuali dinamiche criminali o anche solamente di traffico (incidenti stradali ).
Quarto una convenzione seria tra più entità comunali affini , nella quale senza campanilismi e con lungimiranza si pensi a come utilizzare al meglio le risorse .
In Valpolicella abbiamo dato il peggior esempio buttando all’aria la convezione in essere , incapaci di trovare soluzioni comuni , risultato di amministrazioni isolate.
Queste le prime idee , sto sviluppando un piano più complesso per San Pietro in particolare ma applicabile a tutte le varie comunità rurali , basandomi su esempi virtuosi come quello del comune di costernano del Garda del sindaco Passarin , un’esempio di studio e applicazione sul territorio in merito alla sicurezza.
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